mercoledì 27 agosto 2014

La presenza di clorati e perclorati nell'acqua potabile e negli ortofrutticoli

Un ultimo problema sorto da un paio d'anni è la presenza, per fortuna sporadica, dei clorati e perclorati negli ortofrutticoli.
I perclorati (ClO4-) e i clorati (ClO3-) sono composti, utilizzati soprattutto nell’industria degli esplosivi, dei fiammiferi, delle automobili (per gonfiare airbag) e in pirotecnica.
Il clorato di potassio, alle dosi opportune, è utilizzato in medicina per la sua azione battericida come disinfettante del cavo orale.
Il clorato e il perclorato di potassio sono utilizzati nell’industria dei fertilizzanti per la loro azione ossidante, si possono ritrovare naturalmente anche nei concimi potassici di provenienza cilena.
l perclorato introdotto nella dieta attraverso gli alimenti contaminati è rapidamente eliminato con l'urina e non si accumula nell'organismo. Tuttavia, se assunto in elevate concentrazioni, il perclorato può impedire temporaneamente la metabolizzazione dello iodio (con effetti sulla tiroide).
Acqua potabile e fertilizzanti sono considerati potenziali fonti di contaminazione di perclorato e clorati negli alimenti.
Il perclorato al pari di clorati e cloriti, possono anche formarsi dalla degradazione dell’ipoclorito di sodio e/o biossido di cloro utilizzati come disinfettante nell’acqua potabile.
Per i perclorati il limite consigliato massimo ammesso è 1 mg/kg, per i clorati è molto più basso 0,01 mg/kg ed è un limite legale, non consigliato. Il problema sorge proprio sui clorati.
Le acque potabili nel Mondo sono trattate con prodotti a base di cloro per la loro potabilizzazione. Inevitabilmente usare cloro vuol dire creare dei sottoprodotti indesiderati quali appunto i clorati e non solo. 
Il Dl.vo 31/2001 stabilisce i limiti massimi di contaminanti nelle acque potabili, all’interno di questo Dl. vo è indicato il massimo contenuto per i cloriti (0,2 mg/l) ma nulla riferisce sui clorati.
Solo l’Organizzazione Mondiale per la Salute (OMS) nel 2003 indica i valori guida per i clorati nelle acque potabili pari a 0,7 mg/l .
Non si comprende a questo punto perché negli alimenti vi sia un limite massimo ammesso di clorati 0,01 mg/kg mentre nell’acqua che beviamo tutti i giorni tale limite sia 70 volte più alto 0,7 mg/l

sabato 23 agosto 2014

L'uso eccessivo del Fosforo in vivaio (e non solo in vivaio).

Il Fosforo porta con sé un falso mito da decenni. Ancora oggi molti vivai utilizzano per brachizzare una piantina, concimi complessi ad alto titolo in fosforo, trascurando il contenuto in azoto ammoniacale degli stessi. Il responsabile della filatura di una pianta è proprio il fosforo unitamente all’azoto ammoniacale.
Si ritiene l’azoto in generale il principale responsabile della filatura ma più precisamente è l’azoto ammoniacale il primo colpevole, non l’azoto nitrico. Per ottenere piantine non filate, è necessario quindi somministrare valori bassi di azoto ammoniacale e fosforo ( ed agire su altri fattori legati soprattutto alla temperatura e alla luminosità).
Si può vedere dalla foto in basso l'effetto sulle piantine di concimi ad alto titolo in P. Le piantine concimate con un 20/10/20 sono più filate delle piantine concimate con un 20/1/20




Inoltre un eccesso di fosforo RIDUCE la produzione di fiori e senza il calcio non favorisce lo sviluppo delle radici
Tutti sappiamo che dei 3 macroelementi il P è quello di cui tutte le piante necessitano meno, ciononostante si esagera con gli apporti di fosforo senza una giusta e valida motivazione tecnica (sia in vivaio sia nel terreno).
Il fosforo serve da altre parti...
In Italia troppo Calcio in TV e poco Fosforo nel cervello!

martedì 19 agosto 2014

La tecnica della solarizzazione in agricoltura biologica e convenzionale

Uno dei rimedi biologici per “sanificare” un terreno  è la solarizzazione. Questa tecnica "pastorizza" e non sterilizza il terreno, in quanto non uccide tutti gli organismi presenti nel suolo, non crea il temibile "vuoto biologico".

La solarizzazione consiste nel sottoporre il terreno, opportunamente lavorato, bagnato e pacciamato con film plastico trasparente, all'azione benefica della radiazione solare per un cospicuo numero di giorni nella stagione calda. L'innalzamento termico nel terreno dovuto all''effetto serra è responsabile di una serie di fenomeni positivi per le coltivazioni successive.
La solarizzazione è un'agrotecnica economica e di facile esecuzione utilizzabile però nei paesi caldi (sud della Spagna e sud Italia, Israele, Grecia, ecc.). La riuscita del trattamento dipende oltre che dalle temperature raggiunte dal terreno anche dall'attenta esecuzione di tutte le fasi che lo compongono.
La preparazione del terreno consiste nella lavorazione dei primi 30 cm di profondità del suolo, alla quale deve seguire la sistemazione del fondo come se si dovesse già provvedere alla semina o trapianto della coltura. Il terreno deve essere contemporaneamente irrigato abbondantemente per consentire la trasmissione del calore dagli strati più superficiali a quelli più profondi e per stimolare le attività vitali di organi di resistenza di funghi, parassiti animali e semi di piante infestanti, rendendoli così più vulnerabili. Dopo l'intervento irriguo e la lavorazione il terreno va subito coperto con film plastico trasparente da 0,03 a 0,05 mm di spessore, cercando di far aderire quanto più possibile il film al terreno ed interrando i bordi con cura, specialmente quando si opera in pieno campo. Per ottenere risultati apprezzabili la copertura deve essere tenuta per almeno 30-45 giorni nella stagione di massima insolazione (giugno - luglio). 
Mortalità di patogeni in funzione delle temperature
Patogeno 
Ambiente prova 
Mortalità 
Tempo x T (°C) 
Fonte bibliog. 
Sclerotinia sclerotiorum (sclerozi) 
Laboratorio
LDL 90
9 gg a 35
84 h a 40
Cartia e Asero, 1994
Verticillium dahliae (sclerozi) 
Campo
Profondità 30 cm
LDL 90
15 gg a 37
8 gg a 38,5
15 h a 42
Pullmann et al., 1981
Fusarium oxysporum f.sp melonis 
(terreno inoculato) 
Campo
Profondità 25 cm
ED 50 
86 h a 40 
7 h a 42 
Tamietti et al., 2005
ED90
524 h a 40
282 h a 42
Fusarium oxysporum f.sp. radicis-lycopersici 
 (tessuti infetti) 
Serra coperta con ETFE + EVA 
Profondità 30 cm
98.5 %
214 h 37<T<40
+ 40 h T>40
Polizzi et al., 2003
Meloidogyne spp. (forme libere - uova) 
Campo
LDL 90
alcune ore a 45
Greco e Di Vito, 2003
Campo
Inattivazione uova
10-20 min a 48-53
Gokte et Mauthur, 1995

  Infestanti suscettibili o moderatamente suscettibili alla solarizzazione
Invernali
Estive
Perennanti
Anagallis cerulea
Abutilon theophrasti
Convolvulus arvensis
Avena fatua
Amaranthus spp.
Cynodon dactylon
Capsella bursa-pastoris
Chenopodium spp.
Equisetum spp.
Hordeum leporinum
Cyperus spp.
Plantago spp.
Lactuga seriola
Datura stramonium
Sorghum halepense
Lamium amplexicaule
Digitaria sanguinalis

Mercurialis annua
Echinochloa crus-galli

Phalaris brachistachis
Eleusine indica

Phalaris paradoxa
Orobanche spp.

Raphanus raphanistrum
Polygonum persicaria

Senecio vulgaris
Portulaca oleracea (ai bordi della serra si sviluppa lo stesso)

Sinapis arvensis
Setaria glauca

Sinapis arvensis
Solanum nigrum

Sonchus oleraceus


Stellaria media


Urtica urens





Il terreno si solarizza seguendo queste operazioni:
1. Interramento residui colturali, paglia (100 q.li/ha) e/o concimi organici
2. Lavorazione terreno (almeno 30 cm), sminuzzamento zolle, livellamento
3. Bagnatura del terreno fino alla capacità di campo (acqua che tende a ristagnare)
4. Copertura terreno con film plastico trasparente (da 0,03 a 0,05 mm) bloccato sui margini
5. Durata del trattamento in funzione del tempo disponibile in azienda e della latitudine  varia da 30 a 45 giorni
6. Rimozione telo plastico, eventuale lavorazione superficiale per rompere eventuali croste del suolo. Da evitare lavorazioni profonde.


lunedì 18 agosto 2014

Peperone: lotta biologica al tripide

La lotta al tripide (Rincote Antocoride) con l Orius l. è una tecnica ormai assodata e di norma nelle aziende agricole italiane. La difesa così si concentra contro l'oidio e i lepidotteri. Per evitare problemi all'Orius, per  l'oidio ed i lepidotteri (Spodoptera e Ostrinia per lo più) si alternano con una data metodica agrofarmaci a breve carenza biologici (zolfo,  bicarbonato di K, Bacillus t., Virus NPV e altri) e convenzionali (indoxacarb, miclobutanil, cyflufenamid, bupirimate e altri). La coltura si può così portare in porto tranquillamente.

domenica 17 agosto 2014

Nuovi Regolamenti UE di modifica livelli massimi residui su ortofrutticoli

In questi giorni entrano in vigore diversi provvedimenti di modifica dei livelli massimi di residui (LMR):

- dal 14 agosto si applicano i nuovi LMR stabiliti dal regolamento (UE) n. 61/2014;

- dal 19 agosto si applicano i nuovi LMR stabiliti dai regolamenti (UE) n. 79/2014 e n. 491/2014;


- dal 25 agosto si applicano i nuovi LMR stabiliti dal regolamento (UE) n. 87/2014.

Le sostanze attive oggetto di modifica sono diverse, tra le quali: imidacloprid, bifenazato, fludioxinil, indoxacarb, ciromazina, formetanato, oxamil, acetamiprid.




sabato 16 agosto 2014

Il controllo della mosca bianca (whitefly) nella gerbera

Uno dei problemi nella coltivazione della gerbera è il controllo della mosca bianca (aleurodide). E' necessario intervenire precocemente, alle prime presenze. Utile è immettere neonicotinoidi in fertirrigazione. I trattamenti vanno effettuati sempre all'alba, quando l'insetto è ancora fermo. Ottimi risultati si ottengono con prodotti che agiscono fisicamente a base di gelatina o miscele di olio di semi e sapone ben emulsionati.


One of the problems in the cultivation of gerbera is the control of whitefly. It is necessary to intervene early. It is useful to enter neonicotinoids in fertigation. The treatments should be carried out at dawn, when the insect is standing still. Excellent results are obtained with products that act physically-based jelly or mixtures of seed oil and soap well emulsified.

venerdì 15 agosto 2014

Coltivazione idroponica fragola a 2 piani

È possibile coltivare la fragola su substrato (idroponica, soilless) a 2 piani. Ovviamente il piano inferiore, essendo inevitabilmente meno illuminato, produrrà di meno e avrà più deforme oltre a piante più filate. 
Con le piante poste in alto, la resa durante la raccolta di un operaio sarà maggiore. Anche la gestione dell acqua sarà differente fra i 2 piani, come i sesti d impianto. 

giovedì 14 agosto 2014

Rete anti Altica su rucola

Un ottimo strumento per il controllo dell Altica in biologico ed integrato su rucola: una rete antiafidi alta 120cm all'ingresso della serra. L Altica non volando ma saltando, non può accedere in serra.

mercoledì 13 agosto 2014

Plectosphaerella cucumerina su rucola. Nuova patologia

Una nuova patologia per la rucola presente in Italia. Le foglie mostrano alterazioni del lembo e degli steli con macchie necrotiche puntiformi. Le foglie manisfestano estese clorosi localizzate all'apice e ai margini del lembo. Frequentemente si osservano deformazione dei tessuti che fanno assumere alle foglie una forma ad uncino.
Plectosphaerella è una specie altamente polifaga (pomodoro, anguria, peperone, prezzemolo, basilico, ecc.) oltre ad essere nematofago di Meloidogyne h. e Globodera r.
Per quanto riguarda la difesa è consigliabile usare tutti gli accorgimenti per ridurre l'umidità relativa in serra oltre a ridurre la densità di semina.
La difesa da questo patogeno, da prove effettuate dall'Università di Torino, si può attuare con buona efficacia con mandipropanid e/o rame da idrossido, tenendo presente che tali principi attivi non sono registrati su Plectosphaerella.

La Peronospora del basilico

Segnaliamo la forte crescita della peronospora del basilico in Italia.
La malattia può anche essere trasmessa dal seme.
Per il controllo è necessario ridurre l'umidità relativa evitando, ad esempio, di irrigare o trattare  di sera/notte e alternare i principi attivi ammessi.
E consigliabile anche miscelare agrofarmaci ammessi su tale coltura con meccanismo di azione diverso,
Da poco è stato registrata, in deroga e solo fino al 16 settembre 2014, la miscela dimetomorph+pyraclostrobin per il basilico in pieno campo.