sabato 26 settembre 2015

IL CONTROLLO DELLA FILATURA IN VIVAIO: I METODI NON CHIMICI

Il controllo della filatura in vivaio: metodi non chimici

26-09-2015 21:59:30
Il controllo della filatura di una pianta in vivaio è un problema diffuso. Tale problema è determinato, nei vivai in coltura protetta, da particolari condizioni ambientali e colturali, quali:

  • elevata densità di coltivazione e conseguente maggiore ombreggiamento;
  • Il maggior contenuto in acqua delle cellule da cui una maggiore distensione delle stesse;
  • temperature relativamente elevate; 
  • assenza di vento e comunque ridotta ventilazione;
  • riduzione delle radiazione UV in serra;
  • errata nutrizione delle piante.
 In questo breve lavoro analizzeremo alcuni di questi fattori e le tecniche "naturali" per impedire la filatura delle piante.


REGIMI TERMICI
La differenza (DIF) tra la temperatura media diurna (TD) e la temperatura media notturna (TN) è un parametro importante per stimolare o meno la filatura di una pianta. Per molte specie (pomodoro, stella di natale, giglio, crisantemo, ecc) più è bassa questa differenza, ovvero più è freddo il giorno e calda la notte,  meno si avrà filatura della pianta.

La tecnica del DIF basso o negativo, è facilmente applicabile nei paesi nord europei, mentre nei paesi mediterranei è difficilmente realizzabile viste le alte temperature diurne.
Vi è però un metodo alternativo altrettanto valido ed è il cosiddetto Cool Morning (freddo di mattina). Tale tecnica consiste nel raffreddare poco prima e poco dopo l’alba, il momento più freddo della giornata, ovvero aprire la serra e spegnere i riscaldamenti 1-2 ore prima dell’alba, questo se la differenza di temperatura tra l’interno della serra e l’ambiente esterno è tra 3 e 5°C e lasciare questa situazione per almeno 3-4 ore.
L’ingresso di aria fredda in serra alle prime luci dell’alba, rallenta la filatura, perché le piante crescono nelle prime ore della mattina, in tal modo il freddo le brachizza naturalmente.
Nel pomodoro è stato evidenziato anche un maggior numero di fiori del primo palco in caso di piantine “trattate” con il Cool Morning.


NUTRIZIONE
Molti vivai utilizzano per brachizzare una piantina, concimi complessi ad alto titolo in fosforo, trascurando il contenuto in azoto ammoniacale degli stessi. Leggende metropolitane, fortemente ancorate nel cervello di diversi persone, ritengono il fosforo il vero baluardo contro la filatura della pianta.
Il responsabile della filatura di una pianta è proprio il fosforo (vedi foto) unitamente all’azoto ammoniacale. Si ritiene l’azoto il principale responsabile della filatura ma più precisamente è l’azoto ammoniacale il primo colpevole, non l’azoto nitrico.
L’ammonio è immancabilmente presente in molti concimi complessi in percentuali eccessive per l’utilizzo in vivaio.


Per ridurre la filatura di una piantina giovane in piena crescita e stimolare la radicazione è necessario:
- ridurre gli apporti di fosforo, 25-40 mg/L
- ridurre gli apporti di azoto ammoniacale, massimo il 5-10% dell’azoto totale
- ridurre il rapporto K/(Ca+Mg), ovvero somministrare più calcio e magnesio e meno potassio
Il calcio allunga le radici e ha la stessa funzione del latte (non per niente contiene calcio) dato al bambino in crescita, costruisce lo “scheletro” della pianta, ovvero le pareti cellulari.