Una risoluzione del
Parlamento Europeo, al punto 17, chiede alla Commissione:
"Il Parlamento Europeo ritiene che le norme private relative ai residui di
antiparassitari adottate da molte catene di distribuzione di grandi dimensioni
siano anticoncorrenziali e penalizzanti per i produttori del settore
ortofrutticolo; chiede alla Commissione di porre fine a tali pratiche, in
considerazione del fatto che i livelli di residui di antiparassitari ammessi in
base alla legislazione dell'Unione forniscono una tutela adeguata della salute
dei consumatori e dei produttori.".
Anche il Parlamento Europeo
interviene su questa tematica. Limitare il numero di residui utilizzabili
da parte della GDO (soprattutto estera) non permette all'agricoltore di
alternare i principi attivi con diverso meccanismo di azione, uno dei
principi base della lotta integrata, ciò comporta inevitabilemente
fenomeni di resistenza da parte di funghi ed insetti alle poche molecole
utilizzate.
Ricordiamo che la stessa CE nel
punto 7 dell’Allegato III della Dir. 2009/128 sull’uso sostenibile dei prodotti
fitosanitari, ovvero la Direttiva sulla istituzione del PAN, recita: “ove il rischio
di resistenza a una misura fitosanitaria sia conosciuto e il livello di
organismi nocivi richieda trattamenti ripetuti di pesticidi sulla coltura, le
strategie antiresistenza disponibili dovrebbero essere messe in atto per
mantenere l’efficacia dei prodotti. Ciò può includere l’utilizzo di diversi
pesticidi con diversi modi di azione”.