giovedì 30 ottobre 2014
domenica 19 ottobre 2014
L'Informatore Agrario, nel numero 36 di ottobre, ha pubblicato un articolo sulla problematica dei residui di bromuri negli ortaggi, scritto da Sintonia.
http://www.informatoreagrario.it/ita/Riviste/Infoagri/14Ia36/sommario.asp
Si riporta l'incipit:
http://www.informatoreagrario.it/ita/Riviste/Infoagri/14Ia36/sommario.asp
Si riporta l'incipit:
Il bromuro di metile è stato utilizzato per decenni nei
terreni per combattere il problema della cosiddetta “stanchezza del terreno”.
Tale “patologia” sorge inevitabile nei suoli in coltura protetta dove dati i
tempi veloci, gli elevati investimenti, la specializzazione delle macchine, le
strutture serricole ovviamente fisse, le richieste dei mercati, sono
difficilmente attuabili le rotazioni e/o i sovesci i più forti baluardi contro
la stanchezza del terreno.
Il termine “stanchezza del terreno” è impiegato nel lessico
agrario per indicare una condizione di progressiva inospitalità del suolo alla
reiterazione di una singola coltura (reimpianto). Ne deriva un declino dello
sviluppo e delle produzioni che resta limitato alla specie in oggetto, e
influenza meno o non interessa affatto specie diverse soprattutto se
botanicamente lontane. La stanchezza deriva dalla sommatoria di due fattori
principali:
-presenza di metaboliti tossici nel suolo derivanti dalla degradazione
microbica dei residui vegetali
-perdita di humus e conseguente riduzione della
soppressività naturale verso i patogeni.
La risoluzione a questo “male” è stato fino al 2008 il
bromuro di metile (CH3Br), il quale azzerava la flora e la fauna presente nel
terreno (creando il noto “vuoto biologico”) e permetteva di ricoltivare sempre
la stessa coltura negli anni. (ci sono stati terreni in Italia dove, grazie al
bromuro di metile, per più di vent’anni si è coltivato sempre e solo fragola
con buoni se non ottimi risultati agronomici).
L’uso del bromuro di metile non è più consentito nei terreni
dal 1° gennaio 2008, in ottemperanza a quanto stabilito dal protocollo di
Montreal, relativo alle sostanze lesive per la fascia di ozono stratosferico,
ratificato dall'Italia il 16 dicembre 1988 che ha sottoposto il bromuro di
metile, come altre sostanze attive, a rigide limitazioni di utilizzo.
Purtroppo il bromuro di metile lascia ancora tracce nei
nostri terreni in termini di ione bromo (Br-) anche detto bromuro (bromide in
inglese). Ancora oggi dopo più di 6 anni di non utilizzo, alcuni terreni,
trattati con CH3Br, presentano lo ione Br- come contaminante e di conseguenza lo
ritroviamo anche negli ortaggi, soprattutto a foglia, coltivati su di essi.
sabato 4 ottobre 2014
Segnalata la presenza su uva da tavola, in Puglia e in Basilicata, di Spodoptera Littoralis
È stata segnalata la presenza su vite da tavola del nottuide Spodoptera Littoralis (Boisduval) in Puglia e in Basilicata.
L’attacco in queste zone era stato già segnalato nel 2003 e nel 2006 (Sannino L. 2006). La Spodoptera è un insetto molto polifago, capace di passare indifferentemente da una pianta all’altra, anche acquatica. Gli attacchi su vite da tavola consistono in rosure a tutti gli organi epigei della pianta: foglie, radici, tralci e frutti.
Le segnalazioni riguardano danni in fase di maturazione su varietà tardive (sett.-ott.), con rilievo di larve agli ultimi stadi di maturazione. In particolare sono state osservate erosioni e perforazioni su acini maturi; la percentuale del danno è arrivata in alcuni casi fino al 10%.
Gli insetticidi usati per la lotta alla Lobesia B. sono attivi anche per questo insetto. Le cause dell’attacco non sono molto chiare, ma è probabile che siano da addebitare all’anomalo andamento climatico registrato in questa campagna viticola 2014 ed ad una interruzione precoce della lotta alla tignola nei lotti interessati agli attacchi di Spodoptera.
Annamaria Fanelli
Sannino et al. 2006. Attacchi di Spodoptera littoralis (Boisduval) alla vite in Puglia e Basilicata. Informatore Fitopatologico 1/2006: 48 - 50.
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