domenica 19 ottobre 2014

L'Informatore Agrario, nel numero 36 di ottobre, ha pubblicato un articolo sulla problematica dei residui di bromuri negli ortaggi, scritto da Sintonia.
http://www.informatoreagrario.it/ita/Riviste/Infoagri/14Ia36/sommario.asp

Si riporta l'incipit:

Il bromuro di metile è stato utilizzato per decenni nei terreni per combattere il problema della cosiddetta “stanchezza del terreno”. Tale “patologia” sorge inevitabile nei suoli in coltura protetta dove dati i tempi veloci, gli elevati investimenti, la specializzazione delle macchine, le strutture serricole ovviamente fisse, le richieste dei mercati, sono difficilmente attuabili le rotazioni e/o i sovesci i più forti baluardi contro la stanchezza del terreno.
Il termine “stanchezza del terreno” è impiegato nel lessico agrario per indicare una condizione di progressiva inospitalità del suolo alla reiterazione di una singola coltura (reimpianto). Ne deriva un declino dello sviluppo e delle produzioni che resta limitato alla specie in oggetto, e influenza meno o non interessa affatto specie diverse soprattutto se botanicamente lontane. La stanchezza deriva dalla sommatoria di due fattori principali:
-presenza di metaboliti tossici nel suolo derivanti dalla degradazione microbica dei residui vegetali
-perdita di humus e conseguente riduzione della soppressività naturale verso i patogeni.

La risoluzione a questo “male” è stato fino al 2008 il bromuro di metile (CH3Br), il quale azzerava la flora e la fauna presente nel terreno (creando il noto “vuoto biologico”) e permetteva di ricoltivare sempre la stessa coltura negli anni. (ci sono stati terreni in Italia dove, grazie al bromuro di metile, per più di vent’anni si è coltivato sempre e solo fragola con buoni se non ottimi risultati agronomici).
L’uso del bromuro di metile non è più consentito nei terreni dal 1° gennaio 2008, in ottemperanza a quanto stabilito dal protocollo di Montreal, relativo alle sostanze lesive per la fascia di ozono stratosferico, ratificato dall'Italia il 16 dicembre 1988 che ha sottoposto il bromuro di metile, come altre sostanze attive, a rigide limitazioni di utilizzo.


Purtroppo il bromuro di metile lascia ancora tracce nei nostri terreni in termini di ione bromo (Br-) anche detto bromuro (bromide in inglese). Ancora oggi dopo più di 6 anni di non utilizzo, alcuni terreni, trattati con CH3Br, presentano lo ione Br- come contaminante e di conseguenza lo ritroviamo anche negli ortaggi, soprattutto a foglia, coltivati su di essi.



sabato 4 ottobre 2014

Segnalata la presenza su uva da tavola, in Puglia e in Basilicata, di Spodoptera Littoralis

È stata segnalata la presenza su vite da tavola del nottuide Spodoptera Littoralis (Boisduval) in Puglia e in Basilicata.
L’attacco in queste zone era stato già segnalato nel 2003 e nel 2006 (Sannino L. 2006). La Spodoptera è un insetto molto polifago, capace di passare indifferentemente da una pianta all’altra, anche acquatica. Gli attacchi su vite da tavola consistono in rosure a tutti gli organi epigei della pianta: foglie, radici, tralci e frutti.
Le segnalazioni riguardano danni in fase di maturazione su varietà tardive (sett.-ott.), con rilievo di larve agli ultimi stadi di maturazione. In particolare sono state osservate erosioni e perforazioni su acini maturi; la percentuale del danno è arrivata in alcuni casi fino al 10%.
Gli insetticidi usati per la lotta alla Lobesia B. sono attivi anche per questo insetto. Le cause dell’attacco non sono molto chiare, ma è probabile che siano da addebitare all’anomalo andamento climatico registrato in questa campagna viticola 2014 ed ad una interruzione precoce della lotta alla tignola nei lotti interessati agli attacchi di Spodoptera.
Annamaria Fanelli
Sannino et al. 2006. Attacchi di Spodoptera littoralis (Boisduval) alla vite in Puglia e Basilicata. Informatore Fitopatologico 1/2006: 48 - 50.